licenziamento orale

Licenziamento orale: ha valore legale?

Come impugnare il licenziamento orale e ottenere il risarcimento.   

Il tuo datore di lavoro ti ha licenziato comunicandoti solo a voce di non presentarti più a lavoro, senza consegnarti nessun atto scritto.

Il licenziamento senza forma scritta è inefficace, non produce alcun effetto! Infatti il licenziamento orale non interrompe il rapporto di lavoro tra le parti. Il lavoratore continua ad avere diritto alla retribuzione finché non risulti un’efficace causa di estinzione del rapporto di lavoro, consistente in un atto di licenziamento conforme alle previsioni di legge.

Cosa fare subito in caso di licenziamento orale?

Il primo problema da affrontare dopo un licenziamento orale consiste nella possibilità che il datore di lavoro ti accusi falsamente di non esserti presentato più a lavoro, scaricando su di te ogni responsabilità di fronte alla legge e i relativi costi economici (ad es. ti potrebbe chiedere conto del mancato preavviso, non potrai percepire la disoccupazione, ecc…).

Perciò in questi casi il lavoratore dovrà spedire al più presto una raccomandata A/R o una p.e.c. al datore di lavoro nella quale comunichi di essere da subito a disposizione per la ripresa immediata dell’attività lavorativa, dando conto del fatto di essere stato allontanato per volontà esclusiva del datore di lavoro e che ciò è avvenuto solo verbalmente.

Ma perché la legge prevede necessariamente il licenziamento in forma scritta? 

Il datore di lavoro è obbligato per legge a comunicare per iscritto il licenziamento al prestatore di lavoro e la comunicazione deve contenere i motivi per i quali un lavoratore perde il proprio posto di lavoro. 

Ecco i motivi per i quali è fondamentale una comunicazione scritta. 

  • In questo modo il lavoratore potrà avere la prova certa della volontà chiara e definitiva del datore di interrompere il rapporto di lavoro; al contrario i licenziamenti orali sarebbero caratterizzati da totale incertezza.
  • Mediante la comunicazione scritta il lavoratore potrà conoscere i motivi del proprio licenziamento e quindi valutare la legittimità del provvedimento preso nei suoi confronti e la convenienza di un’impugnazione. 
  • Dal giorno in cui si riceve la comunicazione scritta del licenziamento il lavoratore avrà 60 giorni di tempo per impugnare il licenziamento inviando una lettera all’ormai ex datore di lavoro. Solo successivamente potrà eventualmente ricorrere in giudizio.

E quindi cosa succede in caso di licenziamento orale?

In assenza di comunicazione scritta è importante sapere che non sussiste alcun termine breve ma l’impugnazione si potrà far valere entro ben cinque anni dall’allontanamento verbale dal posto di lavoro!

Una volta data la propria disponibilità alla ripresa dell’attività lavorativa, come abbiamo visto sopra, converrà cercare un accordo economico con il datore di lavoro e se questo non andrà a buon fine non resta che instaurare una causa di lavoro. 

Se durante il processo il datore di lavoro non riuscirà a dimostrare di aver dato comunicazione scritta del licenziamento (si noti bene che l’onere della prova è a suo carico), il lavoratore avrà diritto alla c.d. tutela reintegratoria piena.

Nello specifico il lavoratore ha diritto a: 

a) essere reintegrato nel posto di lavoro (ma se vorrà potrà sostituire tale reintegra con il pagamento in suo favore di un’indennità pari a quindici mensilità);

b) ottenere il risarcimento del danno (pari a minimo cinque mensilità di retribuzione);

c) optare per il versamento dei contributi previdenziali e assistenziali.

Se hai subito un licenziamento orale illegittimo ti conviene rivolgerti ad un avvocato esperto in diritto del lavoro per valutare la tua situazione e le possibilità di impugnativa, tempi e costi.

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